Villa Sonora
di Francesco Leprino
Concerto-installazione elettroacustica
nelle sale e nei corridoi del Palazzo Comunale nel parco Borromeo di Arcore
Per 20 diffusori acustici, 10 registratori, microfoni,
generatori di suono analogici e digitali,
pianoforte, carillons, percussioni, materiali vari.
Arcore, domenica 30 settembre 1984
Villa Sonora vuole essere un grande strumento musicale dalle molte cavità di risonanza. L’ascoltatore è dentro lo strumento stesso e ne solletica le corde più intime, come Pinocchio nel ventre della balena. Egli vaga per le stanze, i corridoi, i sottoscala, alla scoperta del suono, o alla ricerca dello stesso suono che risuona in modo differente. Una volta sperimentato il percorso, il fruitore si crea altri percorsi, e ognuno, in relazione al trascorrere del tempo e dello spazio in cui si trova, coglie una realtà unica e irripetibile di suoni, che gli appartiene, con cui si trova in intimità.
Ecco che ognuno “inventa” la composizione, solo per suo giuoco e diletto, unica forma ormai possibile e coerente di creazione “artistica”.
L’installazione è situata nelle sale centrali del nuovo Palazzo Comunale e in tutti gli interstizi dove è possiblile collocardi per udire/provocare i suoni, Ognuno è libero di allontanarsi o di avvicinarsi dai punto ove provengono i suoni, o anche di provocare i suoni medesimi con gli strumenti messi a disposizione, quando lo ritenga opportuno. Le musiche che ho composto, provenienti dai vari registratori, possono semplicemente solo venire ascoltate, come possono essere “disturbate” dagli interventi degli spettatori, che potranno parlare o cantare servendosi dei microfoni predisposti, percuotere gli strumenti o azionare generatori di suoni.
Insomma l’ambiente funziona come un grande cartellone che ognuno può guardare o su cui può scriverci sopra dei messaggi sonori.