Piano Liszt
Un secolo di cinema con Franz Liszt
Circa 300 i film che utilizzano la musica di Franz Liszt nella colonna sonora, tra gli albori del cinema e il 2011. Questa documentazione ci permette di avere un quadro esaustivo sulla ricezione della figura e dell’opera di Liszt, uno dei compositori classici più “saccheggiati” dal grande schermo. La fortuna di Liszt ha fatto scaturire, con le più diverse funzioni e nei più disparati contesti, una ridda notevole di situazioni filmiche che vanno dal paradossale al sentimentale, al comico, al funzionale, all’inatteso.
Noteremo anzitutto come elementi comuni e nessi di una stessa composizione riescono a stabilire esiti molto differenti, nel loro associarsi all’immagine, in film diversi. In questo senso lo stretto confronto mette in evidenza come la “colonna sonora”, specie quando si tratta di “icone” musicali, condiziona e calamita il senso di una sequenza, trasfigurandola.
I temi lisztiani che appaiono più di frequente come leitmotive caratterizzanti vari personaggi e situazioni costituiscono un corpus d’osservazione molto interessante, come il caso della Rapsodia ungherese n. 2, decisamente il brano più utilizzato, soprattutto nella musica per cartoni animati, in particolare il finale, generalmente legato a situazioni festose se non comiche o grottesche.
Il tema di Sogno d’amore n.3 appare in una cinquantina di film, quasi sempre eseguito da un attore-pianista, legato a situazioni romantiche, di struggimento amoroso o durante matrimoni, molto utilizzato agli inizi del cinema sonoro.
Frammenti di Les Préludes appaiono in circa trenta film: il carattere guerresco del finale è utilizzato come leitmotiv in serie di fantascienza o a sottolineare scene eroiche o di guerra. Fra gli altri brani lisztiani molto usati abbiamo il Concerto n. 1, Consolation n. 3, Un Sospiro, Fantasia su temi ungheresi, Mefisto valzer n.1, La campanella.
Vi sono poi almeno una decina i film dedicati alla vita di Liszt, a testimonianza della sua popolarità presso il grande pubblico. A questi titoli se ne aggiungono un’altra trentina in cui Liszt appare come personaggio secondario, in film dedicati alla vita di altri compositori, ad esempio Wagner o Chopin.
Da sottolineare il valore aggiunto che scaturisce nel documentario dagli accostamenti, con passaggi repentini e senza soluzione di continuità da una sequenza all’altra, creando anche un ulteriore ipertesto di interpretazioni musicali diverse e di situazione avvicinate per similitudine, contrasto, opposizione. Un montaggio che tende a restituire, in una sorta di compressione spazio temporale, l’atteggiamento di un secolo di cinema verso questo grande compositore e, in fondo, lo spirito rapsodico dello stesso Liszt.